Nello scorso articolo abbiamo parlato della capacità degli animali di mostrarci le nostre problematiche emotive tramite i loro comportamenti. Perciò, alcuni aspetti della nostra emotività combaciano con quelli dell’animale domestico che ci accompagna.
Mi sono chiesta se questo accade anche a livello macroscopico.
Se ogni singolo animale entra in risonanza con il proprietario, riflettendo emozioni da lui provate e condivise, cosa succede “alle persone” e “agli animali domestici” in generale?
Ciò che accade in ambito umano ci viene evidenziato dall’aumento di utilizzo di psicofarmaci: sono farmaci che lavorano su ansia, depressione e psicosi e tono dell’umore.
Sempre più persone soffrono della preoccupazione, dello stato di allerta e della reattività caratteristici degli stati ansiosi. Tendono a tenere tutto sotto controllo e in ordine, in modo da aumentare la illusoria prevedibilità degli eventi.
Altri vivono con bassa energia vitale, senza provare gioia, inseriti in un meccanismo che va avanti da sé, che non richiede eccessiva presenza mentale. Non necessariamente la depressione è una emozione preponderante, frequentemente è un tono di fondo che ingrigisce le giornate.
Per altri ancora, le giornate sono dello stesso colore del loro volatile umore. Il tono dell’umore, quando è basso assomiglia ad uno stato depressivo transitorio mentre quando è alto è uno stato di eccessiva euforia e iperattività.
I sintomi psicotici sono ascrivibili al pensiero nella sua forma (es. difficoltà a creare associazioni, deliri o allucinazini).
Cosa accade invece ai nostri animali?
Sicuramente, come per gli umani, una delle emozioni più frequentemente provate dai nostri animali è l’ansia. L’ansia negli animali si manifesta si in stati di preoccupazione sia in stati di ipervigilanza, mancanza di sonno, reattività eccessiva.
Sono certa che nella vostra vita avrete incontrato almeno un animale domestico ansioso.
Anche la depressione è uno stato frequente. Il problema è che molto spesso non ci accorgiamo di quanto i nostri animali siano depressi. Sono apatici, poco scodinzolanti, dormiglioni, ipoattivi. Li definiamo spesso tranquilli, ma in effetti hanno ben poca voglia di vivere. Il che non sorprende visto il tipo di vita ipostimolante ai quali li costringiamo.
Le psicosi, appartenendo al mondo del pensiero umano e non sembrano esprimersi negli animali.
C’è quindi uno specchio dell’andamento della nostra società nel comportamento degli animali domestici.
Ma come facciamo a sapere che non sia il naturale andamento della vita animale? Basta osservare i nostri stessi animali allo stato brado, quelli che non hanno una stretta relazione affettiva con una specifica persona. Sono, in linea di massima, animali sereni, tranquilli, poco propensi alla tristezza e desiderosi di vivere.
Come uscire da questa lugubre situazione in cui ci siamo immersi? La consapevolezza è la chiave del risveglio. Anche in questo caso l’osservazione di ciò che siamo e delle proprie emozioni può migliorare la qualità della vita degli animali domestici. Vivendo una forte contaminazione emotiva, per stare meglio loro dobbiamo stare meglio per primo noi.
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