L’azione dell’uomo sulle piante: trauma o cambiamento?

Nello scorso articolo abbiamo parlato delle conseguenze dell’azione dell’uomo sulle piante e sugli animali, arrivando alla conclusione che esiste uno stato di accompagnamento o di coercizione nella relazione.

Ma come può una azione dell’uomo essere interpretata come dialogo invece che una imposizione sulla pianta?

Quando agiamo su di essa, iniziamo un dialogo profondo in cui l’osservazione e il riconoscimento delle esigenze della pianta danno vita ad una danza in cui si intrecciano i nostri bisogni e i loro.

Ciò porta ad una mediazione in cui è possibile raggiungere i nostri obiettivi in armonia con ciò che la pianta stessa desidera.

Le modificazioni su di una pianta da parte dell’uomo dovrebbero comunicare lo stesso messaggio che portano i fiori di Bach su ogni forma di vita: un cambiamento teso al riportare alla luce tutto il potenziale di bellezza racchiuso in una esistenza.

Ogni azione è una richiesta: “Sei pronta a seguirmi nelle mie esigenze? Ti prometto che rispetterò le tue”.

Ciascuna pianta è un mondo a sé, come lo è ogni animale. E di conseguenza, una nostra azione su di loro può essere interpretata in tanti modi differenti.

Prendiamo ad esempio, come abbiamo fatto nello scorso articolo, la potatura. Essa potrà essere vissuta come un cambiamento, un trauma o uno shock.

È il naturale modo di crescere della pianta che definisce ciascun ipotetico taglio. Se la potatura accompagna il movimento naturale della pianta, tagliando dove è giusto tagliare e rispettando la sua struttura rameale, tale potatura sarà una facilitazione al cambiamento.

Il trauma arriva quando, per esempio, si decide di potare una pianta che non è stata potata da troppo tempo ed è necessario ridurre di molto il suo volume. A causa di tale riduzione la pianta soffrirà molto. Non sarà facile per lei reggere tale cambiamento ma se la potatura è stata rispettosa, la vita avrà la meglio.

È un po’ come quando si decide di accogliere in casa un cane randagio abituato ad una vita libera e bella ma che, per qualche motivo, si trova in pericolo lì dove è. Potrebbe fare molta fatica ad abituarsi e potrebbe arrivare ad una qualità di vita molto bassa, ma se accolto nel suo disagio, capito, e sostenuto con empatia ed amore, si sentirà accompagnato e saprà rinascere in tutta la sua bellezza.

Se invece, quello stesso cane, messo nella stessa situazione, verrà punito ogni volta che tenta di esprimere il suo disagio, questo non sarà più un trauma ma un vero e proprio shock.

Uno shock ha a che fare con la perdita di riferimenti da parte di un soggetto che si trova, improvvisamente, in una situazione totalmente differente da quella a cui era abituato e in cui non ha più ancore su cui creare una sorta di sicurezza.

Nel dialogo attraverso la potatura si crea uno shock quando la struttura rameale viene interrotta in modo brusco su un legno di grossa dimensione, creando il cosiddetto moncone. Accade quando la pianta si ritrova di colpo spogliata completamente dai suoi ramoscelli terminali. L’energia racchiusa nella pianta, non trovando più modo di fluire attraverso di essa, danneggerà l’attività vegetativa. Nel platano tali interventi, ripetuti per anni, hanno portato alla comparsa di una malattia chiamata “cancro del platano”, in cui il legno viene cariato e non supporta più il regolare movimento della linfa. Tale shock può portare alla morte.

Quindi, esiste un fiore di Bach universale per supportare la pianta nella sua evoluzione di vita? Esiste un unico rimedio per un gesto che sembra sempre uguale ma che in realtà uguale non è?

No. Come per le persone e per gli animali, anche le piante interpretano gli eventi in modo personale e se decidiamo di aiutarle con i fiori di Bach, bisogna capire bene cosa si sta facendo e come la pianta sta vivendo le nostre azioni.
Quindi, prima di effettuare una qualsiasi variazione è importante fermarsi e analizzare bene le conseguenze delle nostre azioni. Solo in questo modo potremmo facilitare la vita della pianta e utilizzare in modo corretto i rimedi del dottor Bach.

Articolo scritto in collaborazione con Philippe Vandezande – artigiano giardiniere

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