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Durante questo incontro andremo alla scoperta del RISPECCHIAMENTO EMOTIVO.

 

Cosa vuol dire questo termine?

 

Non so se ha i mai notato che il tuo compagno animale ti somiglia un po’

 

Può essere un po’ timidino come te, oppure super energico e sempre in movimento proprio come te…

 

Può essere controllino, come spesso capita di essere o molto rilassato, esattamente come puoi esserlo tu…

 

 

Se ci fai caso, il tuo compagno animale ti somiglia in alcuni tratti caratteriali.

 

 

MA COME E’ POSSIBILE?

 

E se non fosse solo una casualità o suggestione?

 

E quanto profondamente possono assomigliarci? 

 

Ma soprattutto… PERCHE’ SUCCEDE?

 

Ne parliamo durante l’incontro zoom dedicato a questo meraviglioso argomento!

Durante questo incontro andremo alla scoperta del RISPECCHIAMENTO EMOTIVO.

 

Cosa vuol dire questo termine?

 

Non so se ha i mai notato che il tuo compagno animale ti somiglia un po’

 

Può essere un po’ timidino come te, oppure super energico e sempre in movimento proprio come te…

 

Può essere controllino, come spesso capita di essere o molto rilassato, esattamente come puoi esserlo tu…

 

 

Se ci fai caso, il tuo compagno animale ti somiglia in alcuni tratti caratteriali.

 

 

MA COME E’ POSSIBILE?

 

E se non fosse solo una casualità o suggestione?

 

E quanto profondamente possono assomigliarci? 

 

Ma soprattutto… PERCHE’ SUCCEDE?

 

Ne parliamo durante l’incontro zoom dedicato a questo meraviglioso argomento!

Alcune storie per entrare nel tema...

I nostri animali sono portatori di guarigione per noi persone.

 

Tramite il loro amore, spesso così differente da quello che siamo abituati a ricevere, ci “ricordano” il potenziale di amore, bellezza e gentilezza che alberga anche in noi.

 

Ciò che ci mostrano può essere in netto contrasto con ciò che abbiamo fin ora vissuto e che ci ha fortemente condizionato rispetto alle relazioni in generale.

 

La discrepanza tra ciò che “conosciamo” (o meglio, di cui abbiamo fatto esperienza) e ciò che loro ci mostrano ci manda in confusione, perchè non riusciamo immediatamente a riconoscere quel movimento interiore dell’animale come un atto di amore.

 

I nostri animali sono portatori di guarigione per noi persone.

 

Tramite il loro amore, spesso così differente da quello che siamo abituati a ricevere, ci “ricordano” il potenziale di amore, bellezza e gentilezza che alberga anche in noi.

 

Ciò che ci mostrano può essere in netto contrasto con ciò che abbiamo fin ora vissuto e che ci ha fortemente condizionato rispetto alle relazioni in generale.

 

La discrepanza tra ciò che “conosciamo” (o meglio, di cui abbiamo fatto esperienza) e ciò che loro ci mostrano ci manda in confusione, perchè non riusciamo immediatamente a riconoscere quel movimento interiore dell’animale come un atto di amore.

 

I nostri animali sono portatori di guarigione per noi persone.

 

Tramite il loro amore, spesso così differente da quello che siamo abituati a ricevere, ci “ricordano” il potenziale di amore, bellezza e gentilezza che alberga anche in noi.

 

Ciò che ci mostrano può essere in netto contrasto con ciò che abbiamo fin ora vissuto e che ci ha fortemente condizionato rispetto alle relazioni in generale.

 

La discrepanza tra ciò che “conosciamo” (o meglio, di cui abbiamo fatto esperienza) e ciò che loro ci mostrano ci manda in confusione, perchè non riusciamo immediatamente a riconoscere quel movimento interiore dell’animale come un atto di amore.

Proprio come è successo a Giorgia.

 

Ti racconto di lei:

 

Tutti noi, sin dalla nascita, siamo circondati da persone per noi molto speciali come genitori, fratelli, persone vicine alla nostra famiglia.

 

Tutte queste persone rappresentano, per la maggior parte di noi, dei porti sicuri, dei luoghi dell’anima in cui rintanarsi quando le cose si fanno dure e difficili.

 

La stessa evoluzione vuole che prima ancora di entrare in contatto con la nostra forza interiore e con le nostre capacità trasformative, cerchiamo conforto tra le braccia delle persone di cui ci fidiamo.

 

La fiducia, in questi rapporti così intimi e fondamentali, si basa su unico, imprescindibile valore: ciò che tu dici, ciò che prometti e che racconti, corrisponde alla verità.

 

I rapporti sani sono così: se per esempio io sto attraversando un momento di tristezza e l’altro mi dice: “ci sarò comunque, non preoccuparti”, se quella promessa viene attesa allora io saprò che siamo nella verità.

 

Allo stesso modo, se l’altro mi dice: “è troppo per me”, l’altro si allontanerà ma il rapporto resta nella verità, in quanto l’altra persona è stata coerente con ciò che ha detto.

 

Ma cosa succede quando, nelle relazioni più importanti, da quelle con i genitori a quelle meno intense, non c’è verità (o coerenza) tra la promessa e l’azione?

 

Giorgia sa cosa vuol dire quando le persone-pilastri non sono nella verità e promettono accoglienza e ascolto che poi non si concretizza.

 

Giorgia ha avuto una infanzia difficile durante la quale ha scoperto la violenza e le bugie ed ha iniziato a percepire che le promesse, almeno per lei, non erano sinonimo di certezze.

 

Negli anni il suo cuore si è spezzato molte volte: troppe volte le porte che dovevano essere aperte sono state invece chiuse.

 

Troppi rifiuti, troppo silenzio da parte di chi invece le aveva promesso amore e aiuto.

 

Laddove era stata promessa presenza, Giorgia trovava assenza.

 

E così, piano piano, Giorgia ha smesso di credere che ciò che viene promesso sia poi davvero ciò che accade.

 

Ha iniziato a non fidarsi più di nessuno, si è chiusa in un guscio di insofferenza ed irritabilità.

 

Ogni parola ricevuta dal mondo esterno era per lei un suono fastidioso, eco di promesse non mantenute.

 

Finché, un giorno, Giorgia ha incontrato gli animali.

 

Queste strane creature, cani e gatti, volevano qualcosa da lei. La guardavano, le mettevano pressione, le chiedevano carezze e baci.

“Perché? Cosa vuole da me questo cane?”, mi chiedeva. “Ma perché mi sta così addosso?”

 

Litigava con il pastore tedesco che chiedeva tutta la sua attenzione e con la gatta che voleva a tutti i costi farle le fusa quando era seduta nel prato.

 

Eppure, Giorgia non lo sapeva, gli animali erano tutti lì riuniti (in tanti perché tanta era la forza necessaria) per rompere la credenza della non-verità.

 

Gli Anima-li sono coerenti e non disattendono ciò che mostrano: se sono arrabbiati mostrano rabbia.

Se sono felici, mostrano gioia.

Se ti accolgono, si stendono accanto a te.

Se non hanno le energie per supportare, si allontanano.

 

Per la prima volta nella sua vita, Giorgia era in un sistema di verità: ciò che gli animali le promettevano nelle intensioni corrisponde a ciò realmente farò.

 

Inizialmente questo amore coerente generava in Giorgia una rabbia e una insofferenza molto forti: rifiutava la vicinanza e l’amore dei suoi animali, semplicemente perchè tramite quelle rappresentazioni lei ritornava con il cuore alle ferite dell’infanzia e dell’adolescenza, quelle ferite fatte di incoerenza, disattenzione, bugie e non-verità.

 

Poi ci incontrammo, le spiegai quello che io vedevo, il mio punto di vista rispetto all’atto di guarigione che gli animali stavano mettendo in atto rispetto alle sue credenze che le dicevano: “non illuderti anche questa volta, se crei un filo di fiducia e di amore con i tuoi animali, anche loro ti tradiranno”.

 

Quando Giorgia vide questo “meccanismo”, questa potente cura al veleno che le stava bloccando il cuore, si lascò andare.

Iniziò a prendersi cura del suo pastore tedesco, ad accogliere le coccole dei gatti che la circondavano, ad interessarsi a lasciarsi “toccare il cuore” dagli animali che la circondavano.

 

Così il lento e magico processo di guarigione che tutti i cani e tutti i gatti ben conoscono, quel processo tramite il quale i nostri Anima-li si prendono cura di noi, delle nostre ferite, del nostro passato, presente e futuro, indicandoci la strada del cuore e della felicità ebbe inizio.

 

Ora Giorgia conosce la verità e la non verità. Gli anima-li le hanno fatto vedere che esiste una coerenza tra ciò che dico e ciò che faccio. Adesso potrà finalmente costruire la sua realtà, scegliendo persone con gli stessi valori dei nostri Anima-li.

 

I nostri animali sono portatori di guarigione per noi persone.

 

Tramite il loro amore, spesso così differente da quello che siamo abituati a ricevere, ci “ricordano” il potenziale di amore, bellezza e gentilezza che alberga anche in noi.

 

Ciò che ci mostrano può essere in netto contrasto con ciò che abbiamo fin ora vissuto e che ci ha fortemente condizionato rispetto alle relazioni in generale.

 

La discrepanza tra ciò che “conosciamo” (o meglio, di cui abbiamo fatto esperienza) e ciò che loro ci mostrano ci manda in confusione, perchè non riusciamo immediatamente a riconoscere quel movimento interiore dell’animale come un atto di amore.

Proprio come è successo a Giorgia.

 

Ti racconto di lei:

 

Tutti noi, sin dalla nascita, siamo circondati da persone per noi molto speciali come genitori, fratelli, persone vicine alla nostra famiglia.

 

Tutte queste persone rappresentano, per la maggior parte di noi, dei porti sicuri, dei luoghi dell’anima in cui rintanarsi quando le cose si fanno dure e difficili.

 

La stessa evoluzione vuole che prima ancora di entrare in contatto con la nostra forza interiore e con le nostre capacità trasformative, cerchiamo conforto tra le braccia delle persone di cui ci fidiamo.

 

La fiducia, in questi rapporti così intimi e fondamentali, si basa su unico, imprescindibile valore: ciò che tu dici, ciò che prometti e che racconti, corrisponde alla verità.

 

I rapporti sani sono così: se per esempio io sto attraversando un momento di tristezza e l’altro mi dice: “ci sarò comunque, non preoccuparti”, se quella promessa viene attesa allora io saprò che siamo nella verità.

 

Allo stesso modo, se l’altro mi dice: “è troppo per me”, l’altro si allontanerà ma il rapporto resta nella verità, in quanto l’altra persona è stata coerente con ciò che ha detto.

 

Ma cosa succede quando, nelle relazioni più importanti, da quelle con i genitori a quelle meno intense, non c’è verità (o coerenza) tra la promessa e l’azione?

 

Giorgia sa cosa vuol dire quando le persone-pilastri non sono nella verità e promettono accoglienza e ascolto che poi non si concretizza.

 

Giorgia ha avuto una infanzia difficile durante la quale ha scoperto la violenza e le bugie ed ha iniziato a percepire che le promesse, almeno per lei, non erano sinonimo di certezze.

 

Negli anni il suo cuore si è spezzato molte volte: troppe volte le porte che dovevano essere aperte sono state invece chiuse.

 

Troppi rifiuti, troppo silenzio da parte di chi invece le aveva promesso amore e aiuto.

 

Laddove era stata promessa presenza, Giorgia trovava assenza.

 

E così, piano piano, Giorgia ha smesso di credere che ciò che viene promesso sia poi davvero ciò che accade.

 

Ha iniziato a non fidarsi più di nessuno, si è chiusa in un guscio di insofferenza ed irritabilità.

 

Ogni parola ricevuta dal mondo esterno era per lei un suono fastidioso, eco di promesse non mantenute.

 

Finché, un giorno, Giorgia ha incontrato gli animali.

 

Queste strane creature, cani e gatti, volevano qualcosa da lei. La guardavano, le mettevano pressione, le chiedevano carezze e baci.

“Perché? Cosa vuole da me questo cane?”, mi chiedeva. “Ma perché mi sta così addosso?”

 

Litigava con il pastore tedesco che chiedeva tutta la sua attenzione e con la gatta che voleva a tutti i costi farle le fusa quando era seduta nel prato.

 

Eppure, Giorgia non lo sapeva, gli animali erano tutti lì riuniti (in tanti perché tanta era la forza necessaria) per rompere la credenza della non-verità.

 

Gli Anima-li sono coerenti e non disattendono ciò che mostrano: se sono arrabbiati mostrano rabbia.

Se sono felici, mostrano gioia.

Se ti accolgono, si stendono accanto a te.

Se non hanno le energie per supportare, si allontanano.

 

Per la prima volta nella sua vita, Giorgia era in un sistema di verità: ciò che gli animali le promettevano nelle intensioni corrisponde a ciò realmente farò.

 

Inizialmente questo amore coerente generava in Giorgia una rabbia e una insofferenza molto forti: rifiutava la vicinanza e l’amore dei suoi animali, semplicemente perchè tramite quelle rappresentazioni lei ritornava con il cuore alle ferite dell’infanzia e dell’adolescenza, quelle ferite fatte di incoerenza, disattenzione, bugie e non-verità.

 

Poi ci incontrammo, le spiegai quello che io vedevo, il mio punto di vista rispetto all’atto di guarigione che gli animali stavano mettendo in atto rispetto alle sue credenze che le dicevano: “non illuderti anche questa volta, se crei un filo di fiducia e di amore con i tuoi animali, anche loro ti tradiranno”.

 

Quando Giorgia vide questo “meccanismo”, questa potente cura al veleno che le stava bloccando il cuore, si lascò andare.

Iniziò a prendersi cura del suo pastore tedesco, ad accogliere le coccole dei gatti che la circondavano, ad interessarsi a lasciarsi “toccare il cuore” dagli animali che la circondavano.

 

Così il lento e magico processo di guarigione che tutti i cani e tutti i gatti ben conoscono, quel processo tramite il quale i nostri Anima-li si prendono cura di noi, delle nostre ferite, del nostro passato, presente e futuro, indicandoci la strada del cuore e della felicità ebbe inizio.

 

Ora Giorgia conosce la verità e la non verità. Gli anima-li le hanno fatto vedere che esiste una coerenza tra ciò che dico e ciò che faccio. Adesso potrà finalmente costruire la sua realtà, scegliendo persone con gli stessi valori dei nostri Anima-li.

 

Quando vivevo in Italia, ogni mattina, intorno alle 8, nel mio quartiere compariva Carmelina.

 

Non lo so se si chiama davvero così, ma mi piace dare un nome tutto suo a questa piccola vecchietta di settant’anni che ogni mattina compare con il suo carrellino della spesa pesantissimo.

 

Dentro il suo bagaglio giornaliero, Carmelina ha moltissime cose buone: ritagli di carne, biscottini, scatolette, crocchette. Attorno a lei, i diversi gatti delle diverse zone del quartiere.

 

Ci sono i gatti di via Giulia, sei o sette codine alte che miagolano e si strusciano addosso a Carmelina mentre lei sceglie cosa dare loro da mangiare.

 

Ci sono i gatti del parco dei Pini, tre gattoni che sicuramente vengono sfamati da più di una Carmelina.

 

Ci sono poi gatti di via Montagna, più selvatici e schivi, ma chissà perché, di grande affettuosità solo con lei.

 

Carmelina però non è specista: tutti gli animali hanno bisogno di mangiare.

 

Anche se hanno già mangiato, anche se stanno palesemente ben messi, anche se sono cani al guinzaglio.

 

Anche se sono Bulla.

Una mattina ero in giro con Bullina e ci accostiamo alla la signora dei gatti.

–  “Buongiorno signora”, le dico. Sono intenerita da questa piccola donna.

 

Vorrei parlarle, sapere perché, ogni mattina, Carmelina sfama i gatti del quartiere.

 

–  “Buongiorno a lei” mi risponde. “Che bel cane che tenete! Aspettate!” mi dice, mentre sposta la sua attenzione al carrellino.

 

Inizia a scavare nelle mille tasche e tira fuori dei biscottini racchiusi in una busta che precedentemente conteneva mozzarella.

 

L’aspetto non era molto invitante, ma Bulla non è mai stata una esteta e aveva già intuito il senso di tutti quei movimenti. 

 

La signora dei gatti si trasforma momentaneamente nella signora dei cani, più precisamente nella signora dei cani bianchi un po’ panzoni che si chiamano Bulla e, mentre le allunga un pezzo di biscottino, mi chiede:

–  “Signora o signorina?”

–  “Signorina” le dico.

–  “Brava!” ribatte Carmelina, “E restate signorina, sentite a me! Io ho avuto un matrimonio sfortunato, infelice, con un marito che non mi piaceva, una brutta persona. Io per questo do da mangiare ai gatti, perché loro mi amano più di quanto mi abbia mai amato mio marito. È così: gli animali sono meglio dei cristiani”.

 

Mentre continua a raccontare la sua storia, allunga continuamente dei biscottini a Bulla, ormai in semi-estasi di innamoramento per questa gentile signora un po’ canara e un po’ gattara, ma sicuramente, pensa Bulla, una persona speciale.

 

Mentre ci stiamo per salutare, riempie un piccolo sacchetto con altri biscotti: “Così glieli date pure nei prossimi giorni”.

 

A nulla valgono le mie proteste, Carmelina non poteva assolutamente lasciarmi andare senza aver provveduto a sfamare anche il mio Bulla, nonostante l’evidente sovrappeso.

 

Ci salutiamo ed io mi avvio verso il centro del paese. Penso a Carmelina e a quello che mi ha appena detto.

 

Lei non poteva immaginare quanto profondo e quanta verità ci fosse in quello che stava dicendo.

 

Almeno, a livello razionale non poteva saperlo.

 

Ma il suo cuore, quello si che sente la forza guaritrice dei gatti magici del quartiere che ogni giorno, fusa dopo fusa, miagolio dopo miagolio, sanano l’enorme ferita nella femminilità di questa piccola signora di settant’anni!

 

Anche se, a livello cognitivo, Carmelina non ha formulato il pensiero “dare da mangiare ai gatti è un processo di cui la mia interiorità ha bisogno per esprimere il suo senso di cura, di amore materno e incondizionato, per sentirmi io stessa utile al mondo e di avere un valore reale e riconoscibile per qualcuno. Per riscattare, una volta per tutti, le decine di anni passati a non sentirmi amata, apprezzata, guardata e abbracciata in quanto donna e moglie”, i suoi movimenti vanno in quella direzione.

 

In modo del tutto spontaneo, l’anima di Carmelina si lascia curare dall’energia dei gatti magici che, ogni giorno, la ringraziano di essere di nuovo lì, con il suo carrellino pieno di cibo, a prendersi cura di loro.

 

Alcune verità le riconosciamo come tali in modo incondizionato. 

Sono verità assolute che sappiamo essere pilastri della nostra esistenza. 
Affermazioni certe che rivelano il segreto della meccanica delle relazioni e della forza evolutiva dell’anima.

 

Come la sensazione, ormai quasi un dato di fatto nel sentire, che “i cani e i gatti assomigliano al loro padrone”. Ogni volta che sento qualcuno affermare questa verità, resto a bocca aperta.

 

Io ho impiegato anni ad elaborare questo pensiero.

 

Anni ad osservare, studiare, interrogarmi ed interrogare le persone intorno a me per capire cosa si nascondesse dietro la relazione con gli animali. Per poi scoprire che tutti, ma proprio tutti, riconosciamo come verità dell’Anima un sentire che dichiariamo innegabilmente vero.

 

E resto sbigottita dinanzi alla potenza dirompente e saggia delle meccaniche dell’anima che, in barba a tutti i ragionamenti, riesce a trovare il modo per incontrare l’altro e lasciarsi guarire, in modo profondo e silenzioso, come fanno i gatti magici con Carmelina.

Quando vivevo in Italia, ogni mattina, intorno alle 8, nel mio quartiere compariva Carmelina.

 

Non lo so se si chiama davvero così, ma mi piace dare un nome tutto suo a questa piccola vecchietta di settant’anni che ogni mattina compare con il suo carrellino della spesa pesantissimo.

 

Dentro il suo bagaglio giornaliero, Carmelina ha moltissime cose buone: ritagli di carne, biscottini, scatolette, crocchette. Attorno a lei, i diversi gatti delle diverse zone del quartiere.

 

Ci sono i gatti di via Giulia, sei o sette codine alte che miagolano e si strusciano addosso a Carmelina mentre lei sceglie cosa dare loro da mangiare.

 

Ci sono i gatti del parco dei Pini, tre gattoni che sicuramente vengono sfamati da più di una Carmelina.

 

Ci sono poi gatti di via Montagna, più selvatici e schivi, ma chissà perché, di grande affettuosità solo con lei.

 

Carmelina però non è specista: tutti gli animali hanno bisogno di mangiare.

 

Anche se hanno già mangiato, anche se stanno palesemente ben messi, anche se sono cani al guinzaglio.

 

Anche se sono Bulla.

Una mattina ero in giro con Bullina e ci accostiamo alla la signora dei gatti.

–  “Buongiorno signora”, le dico. Sono intenerita da questa piccola donna.

 

Vorrei parlarle, sapere perché, ogni mattina, Carmelina sfama i gatti del quartiere.

 

–  “Buongiorno a lei” mi risponde. “Che bel cane che tenete! Aspettate!” mi dice, mentre sposta la sua attenzione al carrellino.

 

Inizia a scavare nelle mille tasche e tira fuori dei biscottini racchiusi in una busta che precedentemente conteneva mozzarella.

 

L’aspetto non era molto invitante, ma Bulla non è mai stata una esteta e aveva già intuito il senso di tutti quei movimenti. 

 

La signora dei gatti si trasforma momentaneamente nella signora dei cani, più precisamente nella signora dei cani bianchi un po’ panzoni che si chiamano Bulla e, mentre le allunga un pezzo di biscottino, mi chiede:

–  “Signora o signorina?”

–  “Signorina” le dico.

–  “Brava!” ribatte Carmelina, “E restate signorina, sentite a me! Io ho avuto un matrimonio sfortunato, infelice, con un marito che non mi piaceva, una brutta persona. Io per questo do da mangiare ai gatti, perché loro mi amano più di quanto mi abbia mai amato mio marito. È così: gli animali sono meglio dei cristiani”.

 

Mentre continua a raccontare la sua storia, allunga continuamente dei biscottini a Bulla, ormai in semi-estasi di innamoramento per questa gentile signora un po’ canara e un po’ gattara, ma sicuramente, pensa Bulla, una persona speciale.

 

Mentre ci stiamo per salutare, riempie un piccolo sacchetto con altri biscotti: “Così glieli date pure nei prossimi giorni”.

 

A nulla valgono le mie proteste, Carmelina non poteva assolutamente lasciarmi andare senza aver provveduto a sfamare anche il mio Bulla, nonostante l’evidente sovrappeso.

 

Ci salutiamo ed io mi avvio verso il centro del paese. Penso a Carmelina e a quello che mi ha appena detto.

 

Lei non poteva immaginare quanto profondo e quanta verità ci fosse in quello che stava dicendo.

 

Almeno, a livello razionale non poteva saperlo.

 

Ma il suo cuore, quello si che sente la forza guaritrice dei gatti magici del quartiere che ogni giorno, fusa dopo fusa, miagolio dopo miagolio, sanano l’enorme ferita nella femminilità di questa piccola signora di settant’anni!

 

Anche se, a livello cognitivo, Carmelina non ha formulato il pensiero “dare da mangiare ai gatti è un processo di cui la mia interiorità ha bisogno per esprimere il suo senso di cura, di amore materno e incondizionato, per sentirmi io stessa utile al mondo e di avere un valore reale e riconoscibile per qualcuno. Per riscattare, una volta per tutti, le decine di anni passati a non sentirmi amata, apprezzata, guardata e abbracciata in quanto donna e moglie”, i suoi movimenti vanno in quella direzione.

 

In modo del tutto spontaneo, l’anima di Carmelina si lascia curare dall’energia dei gatti magici che, ogni giorno, la ringraziano di essere di nuovo lì, con il suo carrellino pieno di cibo, a prendersi cura di loro.

 

Alcune verità le riconosciamo come tali in modo incondizionato. 

Sono verità assolute che sappiamo essere pilastri della nostra esistenza. 
Affermazioni certe che rivelano il segreto della meccanica delle relazioni e della forza evolutiva dell’anima.

 

Come la sensazione, ormai quasi un dato di fatto nel sentire, che “i cani e i gatti assomigliano al loro padrone”. Ogni volta che sento qualcuno affermare questa verità, resto a bocca aperta.

 

Io ho impiegato anni ad elaborare questo pensiero.

 

Anni ad osservare, studiare, interrogarmi ed interrogare le persone intorno a me per capire cosa si nascondesse dietro la relazione con gli animali. Per poi scoprire che tutti, ma proprio tutti, riconosciamo come verità dell’Anima un sentire che dichiariamo innegabilmente vero.

 

E resto sbigottita dinanzi alla potenza dirompente e saggia delle meccaniche dell’anima che, in barba a tutti i ragionamenti, riesce a trovare il modo per incontrare l’altro e lasciarsi guarire, in modo profondo e silenzioso, come fanno i gatti magici con Carmelina.