Aggressivita nel gatto: la storia di Trilli

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ARGOMENTO: Fiori di Bach per gatti

Questa è la storia della bella e dolce Trilly e della sua splendida compagna umana, Simona.

 

Quando ci siamo sentite per la prima volta, Trilly era molto in difficoltà: viveva in un appartamento e aveva un gran bisogno di uscire di casa ma Simona era spaventata all’idea che potesse accaderle qualcosa.

 

Così, a causa di questa “restrizione“, Trilly aveva dei momenti in cui manifestava una grande ira che si concretizzava in attacchi verso Simona, verso oggetti di casa, finestre, porte…


Il risultato era che Trilly era spesso nervosa ed intrattabile, la casa stava subendo tanti danni e Simona aveva il cuore spezzato a metà, dilaniata dalla paura di farla uscire e dai rimorsi nel doverle negare quello di cui Trilly aveva bisogno.

 

Così, iniziammo a lavorare con i fiori di Bach sia su Trilly che su Simona: 

l’obiettivo era trovare una mediazione tra le due tensioni (la necessità di Trilly di uscire e la paura di Simona nel lasciarla libera).

 

Durante la prima consulenza, io e Simona parlammo molto del concetto di libertà e di cosa significasse il suo opposto (la repressione) per lei. 

Scoprimmo che la repressione era stato un tema molto presente e che le aveva provocato tanto dolore e arrivammo alla conclusione che si, Trilly aveva bisogno di uscire per essere serena ma che, contemporaneamente, stava mostrando cosa accade all’Anima quando viene costretta a non esprimersi, non splendere, non “volare”.

 

Suggerii una miscela di fiori per Trilly e una miscela per Simona e ci lasciammo così, con delle considerazioni un po’ sospese sul concetto di libertà.

 

Al successivo incontro, nei sogni di Simona emersero degli incubi legati proprio al concetto di negazione della libertà.

 

Trilly stava diminuendo gli attacchi alla casa e verso Simona, ma era comunque nervosa.

 

A metà della seconda boccetta di trattamento, arrivò una grande svolta: Simona aveva deciso di provare a portare Trilly nel giardino condominiale, per vedere come andava.

 

Era terrorizzata all’idea di lasciarla libera ma le suggerii di accompagnare Trilli nelle sue avventure, di stare con lei, con presenza e gentilezza, e vedere cosa accadeva.

 

Trilly però, aveva un’altra idea di “libera uscita”…

 

…una volta accompagnata giù, Trilly è partita come un razzo e Simona non l’ha più vista.

 

E’ tornata da sola, dopo una mezz’oretta, miagolando mentre saliva le scale del palazzo.

 

Da quel giorno, Trilly è libera di uscire tutti i giorni. 

 

Simona l’accompagna tutti i giorni giù perché, dice: “lei è come una bimba: si gira a guardare se arrivo. Ora mi segue nell’uscita, io scendo, apro il portoncino, esco e lei esce con me. Poi mi guarda e si allontana, serena, nei giardini altrui.”

 

Con il passare dei giorni, Trilly è sempre meno reattiva e quando Simona scende le scale e va in giardino, se lei è lì e si rotola per farsi accarezzare.

 

“Va in giro e non sempre ritorna da sola. A volte sta giù 10 minuti e arriva correndo e mignolando. Altre volte devo andare a chiamarla. La cosa incredibile è che in 3 settimane, ogni volta che la chiamo e lei mi risponde. E torna miagolando. Anche se è ad un kilometro, se la chiamo lei inizia a miagolare ed io la sento arrivare grazie alla sua vocina. Mi rassicura che è tutto ok, anche se è lontana da me.” 

 
La parte interessante di questa storia è che di certo io non sono stata la prima a suggerire a Simona di lasciare che Trilly vivesse più libera, MA ciò che ha fatto la differenza rispetto agli altri suggerimenti che ha ricevuto è stato il processo di accompagnamento verso la scelta.

 

Durante il nostro percorso, abbiamo focalizzato l’attenzione sulla biografia si Simona, abbiamo destrutturato il diktat mentale che la stava intrappolando (“non posso esprimere ciò che desidero e fare ciò che è bene per me perchè non merito questa felicità”) e che stava intrappolando Trilly ( e lei), abbiamo lavorato sul concetto di “perdono forzato” e di vergogna

 

Grazie alla osservazione e trasformazione di questi temi, è stato possibile liberare da preconcetti e paure sia Trilly che Simona le quali hanno raggiunto, finalmente, la gioia e la libertà che spettavano loro di diritto.


P.s. E’ stato possibile fare questo passaggio in sicurezza perchè le due protagoniste di questa storia abitano in periferia, tra diverse ville di proprietà ed era davvero improbabile che Trilly potesse mettersi in pericolo realmente. 

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federica Roano

Federica Roano

Laureata in medicina veterinaria presso università Federico II di Napoli nel 2002, Diplomata nel 2009 presso AIMOV (accademia italiana di omeopatia veterinaria). Esperta in: Omeopatia; Piante officinali; Integrazione alimentare; Spagyria; Alimentazione. Ha collaborato con Greenpeace. Ha frequentato la scuola di medicina tradizionale cinese Matteo Ricci. Il suo approccio prevede l’ascolto e l’osservazione dell’ambiente e della famiglia in cui vive l’animale, in una visione integrata della salute.

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