I cani e la trappola dei luoghi comuni

Indice

Vi propongo questo articolo di Anna de Romita, educatrice cinofila. Per me è stato un bello spunto di riflessione. Buona lettura!

 

“Fare finta di essere immuni dai luoghi comuni, dai pregiudizi o preconcetti non è utile né produttivo. Ognuno di noi osserva l’altro, ascolta una storia o una descrizione e comincia istantaneamente e istintivamente a “farsi un’idea”, a costruire un’immagine mentale che dovrebbe aiutarci nell’orientare le nostre scelte e i nostri comportamenti.

 

Allo stesso modo, quando incontriamo e abbiamo a che fare con un cane cerchiamo di “farci un’idea” e da essere umano tipico tendiamo a stabilire e condividere regole, a incasellare e a pubblicizzare certezze e scenari sicuri su chi sia, cosa farà, quando lo farà e perché lo farà.
Qualcuno penserà ora: “no, io non sono così!”, “sono contro qualunque pregiudizio”, etc etc.


In realtà ciò non è mai vero. Nessuno di noi è immune dal pregiudizio e dal luogo comune perché è naturale e istintivo cercare di capire ciò che ci accade, definirlo e decidere se e come reagire e interagire.


Il problema sorge quando non siamo capaci di andare oltre i pregiudizi e i luoghi comuni, quando non siamo capaci di vedere la diversità e l’imprevedibilità nella vita e quando dimentichiamo i contesti, la storia individuale di ognuno e l’impatto che i nostri stessi modi di fare e parlare possono avere.

 

  1. I cani adorano i bambini e i bambini adorano i cani;
  2. le persone anziane combattono meglio la solitudine se adottano un cane;
  3. i cani vivono benissimo in giardino;
  4. il mio cane non ha bisogno di giocare;
  5. i cani non sanno cosa sia lo stress;
  6. se ti senti solo, adotta un cane.

 

Sono sei affermazioni e, per molti, vere e proprie convinzioni che non è difficile sentire o leggere un po’ ovunque. Non sono affermazioni errate ma sono pre-giudizi o pre-concetti, cioè sono idee ricavate da esperienze dirette o indirette, sono quei primi giudizi o concetti che ciascuno di noi elabora osservando, conoscendo, ascoltando. Sono primi giudizi. Ciò significa che non dovremmo fermarci a una prima idea, una prima valutazione ma andare oltre la superficie e rispettare due sole regole fondamentali:

 

  • a) non generalizzare in maniera rigida;
  • b) contestualizzare e approfondire.

 

Riflettiamo sulle sei affermazioni citate, una per una:

 

  1. I cani non adorano i bambini per definizione assoluta, sempre e comunque, così come non tutti i bambini adorano i cani. Bisogna differenziare le situazioni e capirne il contesto. E un contesto comprende, in questo caso, non solo il cane e il bambino in questione ma anche i genitori, i familiari, gli amici, gli eventuali altri animali domestici, la casa, gli spazi esterni e, last but not least, il presente e il passato di ognuno. Tutte le informazioni che è possibile raccogliere sono importanti se vogliamo un quadro particolareggiato e non solo generale e generico.
  2. Le persone anziane possono convivere molto felicemente con un amico a quattro zampe e possono dedicare il loro tempo libero alla costruzione di una meravigliosa intesa con un cane. Le “persone anziane”, tuttavia, non sono una categoria uniforme di persone, sono uomini e donne molto diversi tra loro che non è detto conoscano i corretti modi di gestione e relazione nei confronti di un cane. Inoltre, spesso accade che scelgano, o qualcuno scelga per loro, il cane meno adatto per il loro stile di vita e le loro esigenze. Tra gli over 60 ci sono persone che amano e rispettano gli animali e sanno vivere appieno la gioia della convivenza con un cane o un gatto, persone che rinascono e vivono una nuova vita ricca di affetto e nuove emozioni ma ci sono anche persone che maltrattano, ignorano, abbandonano il proprio animale domestico o lo costringono, per ignoranza o malevolenza, a stress continui. Esattamente come tra i giovani e gli adulti.
  3. I cani sanno bene cosa sia lo stress e utilizzano una lunga serie di segnali per lanciare allarmi riguardo il loro stato psico-fisico ma troppo spesso i proprietari di un cane credono che lui o lei non abbiano problemi e necessiti solo di un tetto e una ciotola piena per stare bene ed essere felice. Niente di più sbagliato. I cani hanno un’intelligenza, una sfera emotiva e un costante bisogno di socialità. I cani soffrono e provano dolore per una malattia, per qualcosa che non comprendono o non gradiscono, per un cambiamento improvviso, per una condizione di solitudine. I cani provano gioia e vivono sereni se hanno un riparo e del cibo ma anche se possono correre, esplorare, giocare, fare esperienze, socializzare e se non vengono isolati.
  4. “Il mio cane non ha bisogno di giocare” è un’affermazione quasi sempre sbagliata perché i cani, animali neotenici, sentono sempre la necessità di giocare in ogni fase della propria vita, dalla nascita all’età matura. Ovviamente, ogni cane gioca in modi diversi e ama giochi diversi a seconda dei propri gusti e della propria indole nonché a seconda dell’età e della taglia. Alcuni cani, d’altra parte, sembrano non essere interessati a nessun tipo di gioco ma in quei casi o il cane soffre di qualche malattia o disagio fisico oppure proviene da situazioni in cui la spontaneità, lo sfogo di energie e la condivisione di momenti sono stati bloccati o, addirittura, puniti.
  5. I cani adorano vivere all’aperto e apprezzano moltissimo la possibilità di scorrazzare in un giardino, piccolo o grande. Però, di certo, non amano essere dimenticati per ore dentro un recinto, privi di contatti con qualsivoglia forma di vita che non siano lontane figure al di là della rete/muro/cancello, figure che non interagiscono, appaiono e scompaiono. E i cani non amano, di certo, essere isolati dal resto della casa e della famiglia e vedersi impedito l’accesso a quel luogo accogliente dove ci si ritrova.
  6. Decidere di adottare un cane perché si vive soli e/o ci si sente soli può essere un’ottima decisione perché si avranno tempo e risorse da dedicare e perché i cani sono capaci di regalare un’amicizia leale ed eterna e di arricchire la vita di meravigliosi unici momenti. Il rischio, però, sta nel riversare sul cane tutto il proprio bisogno di affetto e compagnia, soffocando l’animale di attenzioni e aspettative che, quasi al pari di un maltrattamento, ci riporterebbero alla questione dello stress.

 

E allora come ci si salva dai pregiudizi? E come si salva il proprio amico a quattro zampe dal rischio che non viva bene la convivenza con noi?


Con le due regole d’oro di cui abbiamo parlato: a) non generalizzare in maniera rigida; b) contestualizzare e approfondire.


Chi è disposto a non essere rigido e ad approfondire è disposto a conoscere e chi è disposto a conoscere è davvero disposto a comunicare.”

 

 

FONTE: https://cinofilanna.wordpress.com/2014/06/06/i-cani-e-la-trappola-dei-luoghi-comuni/#more-321

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federica Roano

Federica Roano

Laureata in medicina veterinaria presso università Federico II di Napoli nel 2002, Diplomata nel 2009 presso AIMOV (accademia italiana di omeopatia veterinaria). Esperta in: Omeopatia; Piante officinali; Integrazione alimentare; Spagyria; Alimentazione. Ha collaborato con Greenpeace. Ha frequentato la scuola di medicina tradizionale cinese Matteo Ricci. Il suo approccio prevede l’ascolto e l’osservazione dell’ambiente e della famiglia in cui vive l’animale, in una visione integrata della salute.

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