“Mi chiamo Aldo e oggi vi racconto la mia storia.

 

Il primo ricordo che ho della mia vita è l’odore.

 

Un odore pungente, fastidioso, non sano. Odore di placente, feci, urina e cibo avariato.

 

Allora, quando sono nato, capivo molto poco: sentivo la paura e il disagio di mia madre (credo che non fosse messa molto bene) e ogni tanto venivo separato da lei e preso in braccio da delle persone, forse per controllare il mio stato di salute, per poi ritornare vicino a mia madre.

 

C’era qualche fratello con me e anche loro non mi sembravano a proprio agio.

 

Mia madre ogni tanto mi allattava, altre volte non riusciva e allora venivo nutrito con un biberon, ma non era la stessa cosa.

 

Avevo freddo e piano piano iniziavo a sentire i rumori intorno a me.

 

C’erano altri piccoli che si lamentavano e altre mamme spaventate. Non so bene dove fossi, ma il clima era davvero brutto.

 

Potevo muovermi pochissimo ed ero ammassato con gli altri fratelli e la mia mamma.

 

Ogni volta che entravano quelle persone, sempre le stesse, la mia mamma aveva tanta paura.

 

Non sapevo perché, ma a quel punto avevo paura anche io.

Forse le persone erano qualcosa da cui diffidare.

 

Quando ho iniziato a capirci qualcosa in più, mi sono accorto che c’era una luce bianca che ci illuminava, sempre accesa e avevo difficoltà a dormire tra la preoccupazione e quella maledetta luce.

 

 

La vita trascorreva sempre uguale, tra controlli, cibo e poco spazio per muoversi.

 

All’improvviso accade una cosa terribile!

 

Vengo preso da quelle persone e vengo portato via.

 

Mia madre piangeva disperata, mi chiamava, dentro di lei c’era un misto di dolore e rassegnazione.

 

Con me vengono presi altri piccoli e veniamo portati fuori dalla stanza.

 

Non sapevo esistesse altro oltre quelle mura!

 

Tutti noi piccoli veniamo sistemati in malo modo e portati in un altro posto, stavolta buio e con poca aria. Non capiamo cosa stia succedendo e abbiamo davvero tantissima paura.

 

Il tempo sembra non passare mai (forse è davvero troppo lungo) e alla fine ci troviamo in un altro posto ancora. Ci sono delle porte, altre mura e un recinto.

 

Sono nel panico più totale: dov’è la mia mamma? Dove sono? Cosa mi succederà?

 

Vengo messo nel recinto, con la solita luce bianca ma stavolta passano tante persone diverse.

 

Prendono a turno noi piccoli in braccio, ci scrutano, sorridono (a volte) e lentamente ognuno di noi viene portato via. Il panico cresce finché non resto solo io.

 

Non sto bene, ho dolori alla pancia e a volte la disperazione prende il sopravvento, soprattutto quando tutti vanno via e io cerco la mia mamma e i miei fratelli.

 

 

I cuccioli che trovi nel negozio provengono dagli allenamenti intensivi dell’Est dell’Europa e hanno vissuto tutti questo tipo di esperienza, riportando ovviamente seri problemi comportamentali e di salute.

 

Se ami il tuo cane e se vuoi vivere con lui una vita felice, cerca nei luoghi giusti il tuo cucciolo e metti fine ad un mercato della vita non degno dell’essere umano!

2 Comments
  • Maria
    Posted at 18:39h, 15 Marzo Rispondi

    Purtroppo è vero. Molti cercano il cane di moda e di razza ignorando i problemi cje poi avranno. I meticci non danno alcun problema, sono forti, affettuosi e fedeli a vita

    • federica.roano
      Posted at 18:52h, 15 Marzo Rispondi

      I meticci sono per genetica incroci di più soggetti con patrimonio genetico diversificato. Questo comporta che la natura ha modo di eliminare quei problemi che nascono quando c’è troppa consanguineità, siano essi fisici o definiti come “caratteristiche di razza”, a volte decisamente troppo spiccate. E’ anche vero che un buon allevamento di razza è attento ad evitare disastri genetici e errori di educazione nella fase della crescita. Sono gli estremi, gli orrori e la palese mancanza di conoscenza a creare danni, purtroppo.

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