È una delle questioni più controverse della cinofilia

Crea feroci dibattiti tra proprietari che sostengono che il cane stia benissimo in giardino, libero di giocare e scorrazzare come vuole, compie il suo dovere facendo la guardia ed è felice quando il padrone torna (che riempie di feste). L’altra fazione sostiene che giammai il cane debba stare in giardino perché si annoia, è triste, si sente solo e passa tutta la vita ad aspettare le carezze del proprietario.

Per questa questione finiscono amicizie, si litiga con i familiari, si innescano guerre tra gruppi perché nessuno vuole cedere neanche di un passo.

Chi decide di tenere un cane fuori al giardino è probabilmente più autoritario, più assertivo, più preciso, meno aperto alla conoscenza intesa come informazione, meno empatico e meno osservatore di chi invece decide di tenerlo in casa.

Chi decide invece di tenerlo in casa (per lo più sono le donne a desiderarlo) è più accogliente più, morbido, più in ascolto ed empatico, hanno bisogno di prendersi cura di qualcuno che dia la sensazione di aver bisogno di noi per sopravvivere, sono più curiosi di saperne qualcosa in più. Molto spesso i cani che vengono accuditi in casa arrivano quando c’è bisogno di colmare un vuoto (una perdita, un momento di solitudine, un cambiamento drastico).

Ci sono visioni estreme in entrambi i casi.

da un lato c’è chi è convinto che il cane sia un animale da lavoro nato per svolgere un compito, servo del padrone, schiavo obbediente e accondiscendente a cui è possibile fare tutto senza che si ribelli. Dall’altro lato ci sono le mamme e i papà apprensivi, quelli convinti che se il cane esce fuori di casa sicuramente verrà masticato da un altro cane o assalito da orde di zecche malefiche (o tornerà gravida, quando femmina); se mangia in orari diversi potrebbe morire di fame. “E se poi se lo rubano?” Anche l’ipotesi del furto del cane va alla grande, è una opzione molto quotata.

Insomma, questo cane può stare o no in giardino? Si sente solo o muore di ehrlichia? E soprattutto, chi stabilisce quale sia la verità?

In soccorso a questa domanda arriva l’etologia, ovvero la scienza che studia il comportamento degli animali in una condizione di naturale libertà. Sappiamo che i cani sono animali sociali (ovvero vivono in gruppo e la loro sopravvivenza dipende dalle dinamiche interne), sono estremamente collaborativi (amano fare le cose per gli altri, anche senza nessun tornaconto personale e ragionano in termini di benessere di gruppo), si prendono cura l’uno dell’altro (si lavano reciprocamente, si fanno compagnia, assistono quelli più malandati, si creano rapporti di amicizia e mutuo aiuto), non restano isolati per lunghi periodi nell’arco della giornata, amano svolgere attività insieme ai loro amici preferiti, nel gruppo si creano dei ruoli in  modo che tutti sappiano cosa fare e che possa così regnare l’armonia.

In base a queste osservazioni scientifiche, non è assolutamente vero che i cani stanno bene se vivono una intera vita in giardino, lontano dai proprietari (che vedono passare una tantum) e dagli altri cani, sempre intenti a fare la guardia o “a giocare” (a cosa poi? Con chi?). Questa è una forma di maltrattamento che si chiama isolamento sociale e consiste in una condizione in cui io non mi sento amato, nessuno si prende realmente cura di me e non ho alcun ruolo nella vita familiare. Ovviamente, in questo stato di detenzione mi piego sotto il peso della solitudine, mi alieno e mi ossessiono oppure mi arrabbio.

Non bisogna però cadere nell’eccesso opposto, quello di pensare che “l’amore basta” e quindi trascorrere il tempo sul divano a riempirsi di coccole (senza fare null’altro), farlo uscire solo per una pipì veloce (quando non si utilizza la traversina) oppure di pensare che non gli interessi la relazione con gli altri cani “che lo faccio giocare a fare con gli altri cani, tanto gioca già con me!”.

Quindi, i cani fanno parte della famiglia, hanno bisogno di sentirsi amati, capiti, apprezzati e utili. È molto difficile creare queste condizioni se vivono in un luogo diverso da quello in cui si svolgono le normali attività della famiglia (come ad esempio il giardino).

Ma vivere in casa non basta per assicurare una vita felice, ricca e soddisfacente: è importante condividere un tempo di qualità con i nostri cani e scegliere delle attività idonee per ogni singolo soggetto, volergli bene e trattarlo come un amico.

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