Per spiegare il funzionamento dei fiori di Bach, il dottor Edward Bach usava la metafora della cipolla. Lui sosteneva che la sfera emotiva fosse come una cipolla, composta da strati sovrapposti: dietro una certa emozione (per esempio la paura), c’è casomai un trauma, e dietro questo trauma una insicurezza. E così via. Faccio un esempio: ci sono momenti in cui, soprattutto noi donne, ci sentiamo fragici, e ci sembra che non siamo abbastanza forti per affrontare le sfide della vita. Così, cerchiamo appoggio in un’altra persona, solitamente un uomo, che ci sembra possa sorreggerci nei momenti di difficoltà. Iniziamo a fidarci e mettiamo I primi mattoncini della nostra sicurezza emotiva. Poi, questa persona, per un motivo o per un altro, va via. E noi ci sentiamo perse, sole e spaventate. È esattamente il percorso che vi ho descritto prima: c’è una insicurezza che tentiamo di riequilibrare (appoggiandoci ad una persona), c’è un trauma (l’abbandono) e c’è una reazione (la paura). Quindi. Se andremo da un consulente, probabilmente appariremo spaventate, ma una volta lavorata con I fiori l’emozione della paura, forse metteremo a fuoco che siamo spaventate. E inizieremo poi ade elaborare il trauma dell’abbandono. E una volta superato quello, forse ammetteremo di aver cercato un appoggio perchè ci sentivamo insicure. È questo quello che si intende quando si parla degli strati di una cipolla. Il lavaro dei fiori si svolge su ciò che si vede in questo momento, si lavora quindi “sul qui e ora”.

Vi porto un esempio canino: prendiamo un cucciolo di 40 giorni e portiamolo via dalla mamma e dai suoi fratelli. Sistemiamolo in una famiglia con bambini. Possiamo ipotizzare una storia caratterizzata da:

  • trauma (il cucciolo è privato troppo presto delle cure della mamma e della vicinanza dei fratelli)
  • ansia (non ha nessun conspecifico che lo aiuti a farsi una idea del mondo circostante)
  • trauma di nuovo (I bambini lo trattano come un pupazzo)
  • paura (a volte I bimbi gli fanno male, anche se involontariamente)

Il cane potrebbe sviluppare quindi una forte insofferenza nei confronti dei bambini. Lavoreremo quindi sull’insofferenza, ma probabilmente, in futuro riporteremo in luce un cagnolino spaventato e ansioso, e quindi, lavoreremo su quello. Andremo, nel tempo, a sbucciare la cipolla emotiva, riportando in luce le cause dello stato emotivo attuale.
Sembra che non ci sia mai fine al lavoro dei fiori, ma in realtà non è così: una volta arrivati al nucleo del problema, avremo finito. Il cane sarà sereno e felice, solido, equilibrato, consapevole.

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